Chiunque di Voi sia convinto che l'autocelebrazione è sempre e comunque un male può tranquillamente risparmiarsi di leggere questa pagina.
E' difficile infatti parlare del luogo in cui passiamo la maggior parte del nostro tempo senza far riferimento ai lavori di manutenzione e rifacimento del settembre - novembre 1998.
Stiamo parlando
di un'impresa titanica, overo di come quattro persone e un po' abbiano rimesso
in sesto la nostra seconda casa: il Teatrino Parrocchiale.
E' stato grandioso: un lavoro durato mesi e motivato dall'affetto che proviamo per il luogo che costituisce il principale scenario delle nostre attività.
Quando, spaventati dai sempre più frequenti scricchiolii, abbiamo preso la decisione di radere al suolo il vecchio palcoscenico di legno, ci sentivamo un po' colpevoli della distruzione di una parte della vita della Parrocchia (oltre che della nostra): era il palco che aveva ospitato tanta parte della nostra creatività (come il filmino che iniziava con la sequenza qui a fianco, in cui Massimo interpretava il leone della MGM).
I lavori di demolizione ci hanno fatto impressione: più smontavamo pezzi marciti a mani nude e più accumulavamo bidoni di polvere, più ci sentivamo sicuri della nostra scelta.
Non è stato semplice smontare
tutto e liberarci dei rottami.
Eravamo felici: stavamo lavorando sodo per rendere un po' migliore il nostro mondo.
Non credo di poter descrivere in modo abbastanza efficace la sensazione che ci ha preso vedendo il mucchio dei rottami e la polvere nell'aria (la foto qua a destra non è sfuocata: è colpa della polvere!). Avevamo paura di aver intrapreso qualcosa di troppo più grande di noi.
Come avremmo mai potuto restituire un aspetto decente a quei muri scrostati e a quella enorme discarica?
Alcuni si sono stancati del gioco, altri non si sono sentiti più motivati di tanto a spendere tempo e fatica in lavori dalle scarse speranze di riuscita.
Fatto sta che dopo i lavori di demolizione e sgombero (a cui ha partecipato un gran numero di persone), e dopo il tinteggiamento dei muri (grazie Angiolino!), ci siamo misteriosamente ritrovati in 4, più o meno.
Fondamentale
la collaborazione di Beto (autore della maestosa gettata di cemento all'ingresso)
, frequentissime le visite di tanti, ma a vivere per quasi due mesi in Teatrino
ci siamo ritrovati in 4: Andrea e Macchia (responsabili principalmente della
parte elettrica), Davide e Massimo (autori del rivestimento in PVC che avvolge
la sala).
Quando i lavori stavano cominciando a rientrare nella norma, tanti sono rientrati nel nuovo luccicante ovile e hanno contribuito ai lavori di rifinitura, pulizia e riordino. Ora ci siamo tutti abituati al nuovo arredamento e tendiamo a dimenticarci di quell'impresa degna di entrare nel mito.
Grazie a tutti quelli che hanno contribuito, col loro tempo o col loro denaro. Grazie soprattutto alla Festa della Famiglia che ha pagato il rivestimento.
Rendere questo mondo un po' meno marcio è ancora possibile.