Si tratta di un adattamento un po’ infedele da William Butler Yeats, che scriveva:

“There are no strangers here, only friends you haven’t yet met”
(“Qui non ci sono estranei, solo amici che non hai ancora incontrato”).

Mi è capitato di leggerlo per la prima volta lo scorso anno, sulla guida turistica della città di Dublino.

Poi quando l’ho vista intagliata nel legno e appesa alla parete di uno dei tanti bellissimi pub della calorosissima patria della Guinness ho capito esattamente cosa volesse dire. Accoglienza festosa. Brindisi insieme.

Anche Sasso aveva almeno un paio di posti che, forse non sempre consapevolmente, cercavano di portare avanti questa filosofia di vita.

Erano due luoghi dello spirito, due luoghi in cui ho trascorso la mia adolescenza e a cui ho dedicato svariati anni della mia giovinezza.

Si trattava del mitico Teatrino (prima che la damnatio memoriae lo chiamasse Sala dell’Oratorio) e dell’altrettanto leggendaria Festa della Famiglia, che alla fine di agosto accoglieva con grande successo i sassesi di rientro dalle ferie.

E’ destino che tutte le esperienze abbiano una loro evoluzione. Le cose iniziano, si sviluppano (le più fortunate, come quelle sopra citate, hanno anche momenti di autentico splendore!), e poi sono destinate a trasformarsi o, a volte, a morire. Succede, e non c’è niente di male.

Cosa ha preso il posto, però, di questi due luoghi dell’anima?

La mia sensazione è che non ci sia più nulla. O poco di più.

E non sono stato per nulla sorpreso di sentire leggere dal pulpito della Chiesa di Sasso frasi tratte da una lettera del nostro Arcivescovo S.E. Mons. Caffarra che, sintetizzando gli esiti della recente visita pastorale, tra le tantissime cose elogiabili della solidissima Parrocchia di Sasso, non poteva non rilevare con rammarico le carenze della Pastorale Giovanile e l’improvvisa chiusura di un’esperienza positiva come la Festa della Famiglia.

Quello che è stato è stato. Quello che è finito è finito, e questo non vuole essere un tentativo di farlo risuscitare: scelte miopi, problemi di relazioni mal gestiti, l’assurdo tentativo di vivere senza mettersi mai in discussione realmente …si è preferito approfittare di un momento di crisi per affossare definitivamente quanto era stato conquistato con il duro lavoro di tanti anni.

Però credo abbia fatto piacere a tutti, ieri sera, approfittare dell’occasione che ci è stata offerta dalla Festa della Pubblica, per rivedersi un po’ e fare due chiacchiere.

Purtroppo, dati i grandi numeri coinvolti, non ci è stato possibile raggiungere tutti (la cosa sarebbe scappata di mano e diventata ingestibile).

Purtroppo non tutti quelli che erano stati chiamati hanno saputo cogliere un’occasione comunque gradevole per passare qualche ora insieme.

Per fortuna chi c’era è stato contento, e mi sembra che tutti abbiano capito lo spirito della serata.

Nonostante la cenere (se non proprio l’acqua gelata!) che è stata sparsa sul fuoco sacro della nostra passione, tutti ci portiamo ancora dentro una fiammella preziosa che ci fa piacere tenere alimentata con serate come ieri.

Non sarà sufficiente per sentirci pronti a ripartire, senza ogni dubbio, ma resta comunque qualcosa capace di scaldarci durante la quotidianità delle nostre giornate e anche nei momenti un po’ bui …e non è una cosa da poco!

Grazie quindi alla Pubblica che ci ha ospitato.

Grazie a Sabatella che mi ha dato lo spunto per provarci.

Grazie a FaceBook, che ci ha fornito uno strumento con cui iniziare a lavorarci sopra.

E grazie a tutti quelli che hanno partecipato!

Buona vita a tutti…

andrea.prof