VITA COI REGAZ: ci sentivamo artisti …ma in realtà siamo sbocciatori!
Parrocchia di San Lorenzo (2008-2009)
Quando mi è arrivata la proposta, sul finire dell’estate scorsa, mi ha lasciato un po’ dubbioso: la parrocchia di San Lorenzo cercava qualche educatore di rinforzo. San Lorenzo: una parrocchia vicinissima, in cui conosco tante persone, con cui a volte mi è capitato di collaborare …ma non era il “mio” Teatrino (ops… Sala dell’Oratorio, dimenticavo). Una fuga? Un esodo? La definitiva rinuncia a ricostruire qualcosa a Sasso? Beh, forse solo un’esperienza nuova, un arricchimento personale…
Poi a Done poteva fare comodo una mano, io avevo una gran voglia di rimettermi a lavorare con i ragazzi (e la speranza di ricominciare a farlo nella mia parrocchia sembrava estremamente remota…)
…perché no, quindi? Si trattava di capire come fare ad integrare quello che piaceva fare a me con quello che erano abituati a fare loro, metabolizzare un po’ di facce, caratteri e luoghi nuovi, vedere se sarei davvero stato utile a qualcosa
…ma questi elementi sono quelli che rendono fantastico il rapporto educativo con i ragazzi.
Vedere se e in che misura ero ancora capace di mettermi in discussione in ambito educativo e inserirmi in un nuovo team di lavoro: due piccole sfide sempre interessanti.
E su un aspetto (per me fondamentale) si parlava una lingua molto simile: l’ACCOGLIENZA, con tutto ciò che implica direttamente ed indirettamente questa magica parola. Inclusione e non esclusione. Sfida ad incontrarsi su un terreno comune (che comporta la necessità delle due parti di allontanarsi dalla propria roccaforte). Conquista del rispetto reciproco. La partenza di tutto.
Poi una serie di piacevoli chiacchierate con Done per tararci meglio ed impostare gli incontri. Qualche riunione un po’ più strutturata per mettere sul tavolo qualche obiettivo verificabile. Dalla metà di ottobre in poi, i venerdì sera sono stati consacrati agli incontri del gruppo. Il tema che ci eravamo dati San Paolo …attraverso l’esperienza di San Paolo e le sue lettere l’idea era quella di affrontare i temi caldi dell’adolescenza: l’affettività, la famiglia, il gruppo, il disagio e gli abusi, il servizio.
Il viaggio era iniziato con un “passaporto” che avrebbe dovuto recare una traccia del lavoro dell’anno, con tanto di foto-avatar. E, come tutti i viaggi, con un sacco di chiacchiere per conoscere meglio i propri compagni di percorso.
Ci siamo però accorti molto presto che San Paolo era un personaggio lontanissimo dall’esperienza dei ragazzi. La parte di catechesi per spiegare quello che si stava per fare diventava necessariamente ingombrante, l’attenzione calava e gli incontri erano divenuti ingestibili. L’idea quindi che ci era venuta era di seguire le indicazioni del sempre grandissimo Brunetto Salvarani (Da Bart a Barth. Per una teologia dei Simpson, 2008, Claudiana), e di far parlare proprio i Simpson, cercando tra i loro numerosi episodi a tema religioso le tematiche paoline. E’ andata un po’ meglio, almeno per qualche incontro, ma anche così non abbiamo avuto risultati esaltanti sul lungo periodo.
Così abbiamo scelto di dedicare ogni serata ad un tema diverso, coinvolgendo spesso i ragazzi in prima persona come “relatori” …tra “cucci e spintoni” si è arrivati alla conclusione dell’anno e agli incontri di preparazione di Estate Ragazzi, che avevo fin dall’inizio previsto come la conclusione della mia collaborazione con il gruppo, almeno per quest’anno.
Un bilancio? Alcune cose sono state veramente grandiose. Il ritiro di inizio Avvento a Pian del Voglio (29-30 novembre) è stata davvero una bella esperienza, Alcuni incontri hanno lasciato un segno profondo: quello sulla ragazza che accettava di farsi portare al guinzaglio dal fidanzato, o l’incontro su Homer l’Eretico, o la chiusura del “deserto” sull’altare, o quello sull’elezione di Obama, o il bel lavoro di preparazione alla Veglia della Pace del 23 gennaio su “Libertà e Regole”. Questo solo per citare le prime cose che mi vengono in mente.
Altre serate sono state del tutto deprimenti, come le sere del caos totale, del rispetto che non deve mai venire meno, soprattutto all’interno di un gruppo di amici, o la serata, ancora più assurda, in cui i boys prima ci hanno stressato per vedere Christiane F. – Noi Ragazzi dello Zoo di Berlino poi si sono rotti le scatole dopo i primi 2 minuti perché si immaginavano una cosa più alla Trainspotting.
La cosa che mi ha fatto piacere, comunque, è stato poter lavorare con persone di cui conserverò per sempre un piacevolissimo ricordo: un Boss in gambissima e ragazzi con una gran voglia di stare sotto i riflettori, ma non sempre capaci di mettersi davvero in gioco. Desiderio di stare sulla scena nel frastuono e timorosi di rimanere da soli nel proprio silenzio per ascoltarsi davvero. Personalità magicamente in formazione, insomma.
Nel complesso, quindi, la inserirei tra le esperienze positive.
Era un contesto diverso dal solito, almeno per me, e quello mi ha aiutato a non dare per scontato quasi niente e a cercare di essere ricettivo a critiche, apprezzamenti e segnali non verbali, ma sono ancora convinto che da ragazzi intelligenti si possa pretendere molto di più (e quelli con cui abbiamo lavorato sono senza dubbio ragazzi intelligenti, creativi, e spesso più fragili di quello che vorrebbero …come tutti noi a quell’età!).
Chissà che non si possa ancora fare qualcosa insieme, in futuro.
…A PRESTO, PAAAGAAANIIIIIII!!!
andrea.prof
(ho pubblicato, un po’ risistemato, un articolo che avevo pensato proprio per il mio sito, che voleva essere un po’ il diario di bordo dell’anno passato insieme: è stato un gran piacere ritornare con il pensiero alle cose fatte)
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