Ciao Manuel…
Now I would do most anything§
To get you back by my side
But I just keep on laughing
Hiding the tears in my eyes
Because boys don’t cry
(The Cure – Boys don’t Cry)
La musica è davvero potente.
Non sono necessarie spiegazioni del perché mi sia venuto in mente un testo sul piangere, o sul trattenere il pianto. E’ un brutto pomeriggio. Di quelli in cui ricevi notizie di cui non ti libererai mai più. E non sarebbe giusto, del resto, liberarsene.
Sono appena stato in piazza. Quel cuore più o meno pulsante del paese in cui si vince, si soffre, si ama, si vive, si fa gossip. Si parla, a volte per parlare, altre per cercare di dividere con altri il peso di quello che abbiamo dentro.
Ero sceso per un caffè. E non sapevo niente.
Ero talmente frastornato che non avevo neppure capito la notizia, quando me l’hanno data.
Sono passato di fianco alla Manu che parlava di te con Micio e non avevo neppure capito cosa dicesse. Anche se era chiaro. Ma non volevo che fosse chiaro. Volevo un altro significato…
Un “malato” si guarisce. Una “ricaduta” può non essere fatale. Ma “morto” non lascia appello, cazzo.
Ed io volevo un appello. Lo volevo per te, almeno. Perché le ultime volte che avevamo parlato mi avevi trasmesso la convinzione di volerci davvero cavare i piedi. Perché sì, avevi fatto una cazzata (forse anche più di una, dai tempi in cui uscivi dalla cella frigo con i capelli a caschetto e con un pezzo di salsiccia in mano…).
Sì, ti rendevi conto che era durissima. Ma volevi farcela.
Avevi ritrovato il piacere di stare con i tuoi amici, con tuo cugino, con una ragazza. Percepivi la nostra paura che tornassi a scivolare, e sembravi volerci tranquillizzare.
Parlando del lavoro, e delle cose di tutti i giorni. Parlando di vita. Di esserci.
Ma quella merda ti si attacca e scava dentro, anche quando provi a resistere. E quando sei a casa il rischio è che qualche merda travestito da amico ti riporti a provare quello che non puoi provare, a ricadere dove non vorresti mai più cadere. Una merda che distribuisce merda.
In realtà non so cosa sia successo. Come al momento non lo sa esattamente nessuno.
In questo momento sono solo arrabbiato con tanti, forse anche con me stesso. Perché tanti anni passati insieme non si cancellano solo vedendosi un po’ meno. Perché quando quello che sei stava prendendo forma, noi c’eravamo, e forse non abbiamo saputo fare abbastanza. Perché sapevamo tutti che poteva succedere, e speravamo con tutto il cuore che non sarebbe mai successo.
Mi avevi chiesto un sacco di volte di trovarci per vedere i vecchi filmini. E sono arrabbiato con me stesso perché non l’abbiamo fatto. Perché non potremo recuperarlo più.
Allora, cosa resta qui con noi, a consolarci? Il tuo sorriso, che abbiamo visto spuntare in tante occasioni, anche quando le cose non andavano più bene. In giro per boschi, o alla Campaza a mangiare il pesce, o in chiesa mentre si cantava e si prendeva in giro il grande Saverio, o al pranzo della tua comunione, o al tavolino del Barrumba parlando di donne o di patenti che volavano via… Speriamo che il tuo sorriso resti per sempre con noi a farci compagnia. Speriamo di essere capaci di custodirlo, come un tesoro prezioso.
Per il momento posso solo dirti che ci manchi già tanto.
Davvero tanto.
andrea.prof

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