Domenica 29 novembre 2009 inizia l’Avvento. Siamo al “Capodanno dei Cristiani” (come hanno raccontato a Jack), al giro di boa…

Cosa rende speciale questo periodo?

L’Avvento è il periodo di preparazione al Natale, che pur non essendo la festa principale del calendario cristiano, è comunque una festa ricca di significati.

L’Anno Liturgico comincia con un’attesa, si sviluppa con la nascita di Gesù e con gli avvenimenti della sua vita privata e pubblica, per trovare il suo coronamento nel memoriale della Morte e Risurrezione, a cui segue la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e la promessa del ritorno del Salvatore alla fine dei tempi.

Per prepararci a Natale, stasera ci occuperemo dell’Annunciazione, festa che la tradizione cristiana fa cadere il 25 di marzo.

La storia della Salvezza inizia con un “sì”. Il “sì” incondizionato pronunciato da una bambina prescelta per diventare la madre del suo stesso Salvatore.

Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.
(Luca 1, 38)

Le conseguenze di questo “sì” saranno importanti, non solo per lei. La storia personale di Maria sarà segnata dall’evento, e non sempre in senso positivo (“E anche a te una spada trafiggerà l’anima” dice Simeone a Maria in Luca 2, 35). Maria con il suo “sì” donerà non solo un grande profeta alle tre religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo e islam), ma anche e soprattutto una speranza di salvezza per l’umanità intera. Perchè anche se, come qualcuno ha fatto notare, forse in Cina le conseguenze del “sì” di Maria non sono così sensibilmente avvertite, tutta l’Umanità è chiamata alla Salvezza attraverso il dono che le ha fatto Maria.

Lorenzo Lotto (1528)
Henry Ossawa Tanner (1898)
Porta di una chiesa ortodossa rumena che sceglie l’Annunciazione come simbolo di passaggio (non vi dice nulla, in relazione al nostro tema???)

Parlare del “sì” della giovane Maria nel nostro percorso sulle scelte assume un significato particolare: ciascuno di noi, nel corso delle sue giornate, dice dei “sì” e dei “no” capaci di cambiare la sua vita, la vita delle persone che gli stanno attorno (familiari e amici prima di tutto), la storia del gruppo a cui appartiene (band musicale, squadra sportiva…), la storia del suo pese, città, nazione …forse qualcuno di noi potrebbe essere prima o poi in condizione di poter/dover decidere delle sorti del mondo.

Per questa serata vedremo di dare un’occhiata alle situazioni che nel cinema ci hanno parlato di “scelta”, di dire “sì” o “no” alla vita e ai problemi che la vita ci pone.

Queste le mie suggestioni:

Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del cazzo, scegliete una lavatrice, macchine, lettori cd e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita, scegliete un mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici, scegliete una moda casual e le valigie in tinta, scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo, scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina, scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi, scegliete un futuro, scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos’altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina?”
(Trainspotting – Mark Renton)

Il film è uscito per i miei 20 anni. A molti era sfuggita una cosa, che ho colto solo riguardandomelo: non si tratta di esaltare la “scelta di non scegliere” come una possibilità di scegliere …il protagonista è perfettamente consapevole che sta scegliendo “di non scegliere LA VITA”, anche se la “vita” nel suo caso sembra avere più connotati negativi che positivi…

È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.
(Matrix – Morpheus)

Le due pillole sono, almeno per quanto mi riguarda, una delle rappresentazioni più efficaci della scelta, tra quelle che possiedo nel mio immaginario filmico. Abbiamo provato a citare altre scene di film che rappresentino il momento di una scelta… Sono venute fuori un sacco di suggestioni interessanti a cui credo che attingeremo presto: la rinuncia all’auto di Into the Wild, la scena della caduta delle ceneri della madre in Chocolat, la scena dell’ascensore e del rapinatore di SpiderMan, la scelta di fermarsi dopo la lunga corsa in Forrest Gump, la scelta di dare fuoco al cinema in Bastardi senza Gloria, ecc…

YES MAN – TRAMA (da Wikipedia): Lasciato dalla moglie da tre anni, dopo un matrimonio di soli sei mesi, Carl Allen è caduto in una profonda depressione, dalla quale non riesce ad uscire. Sul lavoro vivacchia, salvato da un capo un po’ strambo, e agli amici dà continui bidoni (al punto di non partecipare alla festa di fidanzamento del suo migliore amico), nonostante le loro tenaci dimostrazioni di affetto.
Incontra per caso un vecchio amico, che non vedeva da tempo, che lo spinge a partecipare a un convegno sull’autostima, la cui chiave di volta sta nel dire sempre un incondizionato “sì” ad ogni cosa la vita proponga. Per esempio, appena terminata questa assemblea, un barbone chiede gentilmente a Carl un passaggio in macchina, l’uso del suo cellulare e tutti i soldi che ha in tasca.

Un film estremamente divertente che parla di una conversione dal “no” al “sì” molto drastica. Come ci viene dimostrato, anche la scelta di dire sempre di “sì” non è una gran scelta (forse è più un’auto-costrizione!) e non sempre riserva delle sorprese gradevoli. La scena che abbiamo visto, quella in cui Carl partecipa al convegno sul “sì”, a metà tra tecniche di costrizione psicologica e chiesa new-age, ci ha fatto sorridere e pensare. Spero che ciascuno si sia portato a casa qualcosa della nostra chiacchierata.

Il tempo è tiranno. Sono arrivate le 22.00 ed è ora di andare a prendere il nostro solito thè.

Mentre ci salutiamo e sistemiamo, ci lasciamo accompagnare dal montaggio del monologo di Danny De Vito sui titoli di coda del film The Big Kahuna, nella versione diffusa qualche tempo fa da Radio DeeJay.

Sii cauto nell’accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio… per questa volta.