TEMA: Un po’ di cose che non mi vanno del mondo in cui vivo
SVOLGIMENTO: Non sono tutte. Non è un catalogo esaustivo. Solo un modo per fare il punto su alcune cose che non mi vanno.
1) La stupidità Davanti ad un problema possiamo:
– negarlo senza ritegno,
– arroccarci sulle dinamiche buoni/cattivi in modo da incolpare sempre i soliti e lavarci le mani delle nostre responsabilità,
– cercare di risolverlo.
I primi due atteggiamenti sono statisticamente i più diffusi.
2) L’apparenza Tutti criticano tutti, spesso perché vogliono apparire. Tanti lo fanno per apparire loro stessi, molti lo fanno senza capire cosa dicono. Il giorno che smetteremo di preoccuparci più di quello che gli altri pensano di noi che di quello che vogliamo essere probabilmente sarà più bello anche il sesso. Puoi leggere un Bignami e fare come se avessi letto i Promessi Sposi. Puoi passare un compito o un’interrogazione, con quello che ti resta. Puoi anche sembrare uno che ha letto i Promessi Sposi, se hai letto il Bignami con attenzione. Ma attento a non dimenticarti se li hai letti o no.
3) Tutti sono nostalgici Basta leggere qualunque giornale, anche il più liberale, anche il più progressista. Basta ascoltare un po’ in giro. Chi studia il passato, raramente usa il suo sapere per cercare di capire il presente e le sue bellezze. La memoria e l’esperienza sono fondamentali (in senso etimologico), ma viviamo in un presente in continuo movimento verso il futuro. C’è chi invoca i bei valori dei tempi andati, c’è chi vuole farne tabula rasa facendo della demolizione il valore estremo. Raramente cerchiamo di capire come costruire noi stessi, nel presente che si manifesta giorno dopo giorno, in relazione con gli altri (diventando portatori di valore).
corollario 1: seppelliamo i defunti una volta per tutte. Ciascuno ha diritto di ricordare i suoi. Anche perché i morti non sono di nessuno. Il risultato è analogo. Alcuni sono stati buoni, altri sono stati cattivi, alcuni sono anche arrivati alla santità. Ma non sono bandiere.
corollario 2: si stava meglio quando si stava peggio, ma anche oggi si sta peggio. Lo dicono tutti. Quindi, forse, stiamo meglio. Ma di quando? I sofismi dei filosofi della chat mi hanno rotto il cazzo.
4) Quando ci si confronta bisogna anche ascoltare E’ inutile confrontarsi, se le posizioni sono già chiuse e determinate in partenza. Se quando mi ascolti, pensi che io sia un coglione, per favore, non farmi perdere tempo. Io prometto di cercare di fare lo stesso.
5) Il mondo è complesso Dobbiamo farcene una ragione. Chi ci aiuta a semplificare i termini della questione, ci da una mano a capire meglio. Chi semplifica troppo, sta portando nel sistema problemi non necessari. E’ suo diritto parlare, ma non è obbligatorio starlo a sentire, neppure se parla da dentro una scatola.
6) Basta urlare Qui non credo servano spiegazioni. Probabilmente, se non capisci, hai perso tempo ad arrivare fin qui a leggere.
“Quanto può dirsi, si può dir chiaro;
e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere.”
(Ludwig Wittgenstein, Prefazione al Tractatus)
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