Per gli auguri di Natale quest’anno ho scelto di utilizzare il testo scritto per la Festa sotto l’Albero (sabato 17 dicembre) della Parrocchia di San Lorenzo.

Un esperimento per cercare di far parlare le statuine del presepio, per sentirle un po’ più vicine a quello che accade nella mia testa e nel mio cuore ogni Natale.

Buona lettura, per chi ne avrà voglia.

Buon Natale, in ogni caso, a tutti!

Gavri’el Arcangelo L’abbiamo subito compreso, tra le schiere celesti: è giunto il tempo di rendere perfetta l’alleanza tra l’uomo e Dio. L’eternità deve calarsi nel tempo. Il Creatore assumere la natura della creatura per redimerla dall’antico errore.
Ambasciatore del Suo volere, mandato ad immergermi nel tempo di questi esseri imperfetti e insoddisfatti per annunciare un grande messaggio, sono apparso in sembianze umane a Re e Profeti.
Io ho fermato la mano di Abramo che stava per sacrificare il suo unico desiderato figliolo, e sempre io ho seguito la colonna del Popolo di Israele che attraversava il mare, verso la libertà e la Terra Promessa. Io ho illustrato a Daniele il senso delle sue visioni.
Ma stavolta non capisco completamente.
Sono stato mandato a parlare con una giovane donna, poco più di una bambina.
E proprio nelle sue mani è stato posto il destino dell’Alleanza.
Chissà perché l’Essere Perfetto si interessa a questi esseri tanto imperfetti… preoccupati più delle loro cose che della scintilla di divinità che è stata posta nel loro cuore. Bramosi di controllare il futuro, ma incapaci di capire il presente. Schiavi di ogni patetico potere, di ogni brezza di vento.
Perché preoccuparsi di una creatura così deludente, invece che spazzare tutto via e ricominciare da capo, con qualcosa di meglio?
Ma poi ho visto la bambina, spaventata nella sua camera.
Ho visto i suoi occhi, pieni di quell’amore che è capace di rendere divino anche un pezzo di carne.
E ho sentito la sua voce, rotta dallo stupore, ma salda nell’obbedienza, quando le ho detto quella cosa, tanto più grande di lei: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Un Re non avrebbe saputo chinare il suo regale capo.
Un teologo avrebbe divagato, senza probabilmente giungere ad una risposta.
Un figlio di donna non avrebbe mai avuto il coraggio di provare timore.
«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto», mi ha detto, semplicemente.
E la Nuova Alleanza ha avuto inizio da lì.
Ecco cosa ha affidato l’Onnipotente a questa piccola creatura: la libertà di rispondere “sì” ad una richiesta d’Amore. E la sua capacità di dire “sì” ha aperto a tutti il cammino verso la Salvezza.

Maria Che paura che ho avuto!
Me lo avevano raccontato gli anziani, che Dio parla all’uomo attraverso messaggeri di luce …ma non avevo mai pensato che potesse capitare a me!
Dio ha scelto di parlare con me, invece che con gli anziani del Tempio. Chissà perché?
Ma questo, lo sento, deve riempirmi di onore, non di orgoglio! Se ha visto qualcosa di buono in me, che non so nulla, io posso solo mettere tutta me stessa al servizio del Suo progetto.
L’uomo non può capire tutto …figuriamoci una donna senza sapienza.
Che bella sensazione che ho provato…
Ero sola, che preparavo il mio cuore all’incontro con il mio sposo, quando mi sono trovata inondata di luce e di calore.
Prima c’è stato un momento di timore, e anche il gattino con cui stavo giocando ha fatto un salto col pelo ritto, spaventato.
Ma poi ho alzato gli occhi verso quel viso dolce, quegli occhi sereni ed amorevoli.
Era così che mi ero sempre immaginato lo sguardo del Nostro Creatore: dolce e comprensivo. Generoso anche con il servo che non sa obbedire.
Il suo sguardo mi ha raggiunta, lì dove credevo di essere sola.
La sua mano mi ha accarezzata, in un giorno in cui non capivo il mio destino.
Ho sentito battere il suo cuore dentro al mio, e ho sentito che il battito del mio cuore era un dono che mi veniva rinnovato di giorno in giorno, di ora in ora.
Era un dono che proviene da Lui.
Come non essergli grata?
Con mia cugina Elisabetta condividerò la scoperta della maternità, al mio sposo terreno chiederò aiuto e protezione, ma sarà con la preghiera al Signore che cercherò di fortificarmi nella mia scelta. Solo in Lui troverò il coraggio di affrontare la vertigine del santo Mistero che ha avvolto la mia giovane vita.
Eccomi, Signore …il Tuo progetto è il mio progetto.
Sono umile strumento del Tuo progetto di Amore e di Salvezza.

Giuseppe Come può l’uomo capire queste cose?
Le mie mani callose sono abituate a cavar fuori dal legno tavoli e panche. Ho ancora l’intelligenza che serve a tirar su case, ma non sono pronto a quanto mi aspetta…
Padre del Salvatore. O meglio, custode del Figlio di Dio.
Non sono cose adatte alla testa di un artigiano.
Dopo una vita a lavorar sodo, incurante degli uomini e delle donne, avevo appena trovato moglie.
Ed è stata una gran fortuna per me trovare una sposa così giovane e bella. E se prima la sua ferma docilità mi era sembrata quasi “strana”, dopo non avevo saputo trattenere il mio cuore dall’amore nei suoi confronti. Una giovane premurosa e gentile, con occhi profondi in cui è impossibile non perdersi.
Ma poi è arrivata quella notizia, e non ce l’ho fatta. Aspettava un bambino …ma io non ne ero il padre. Ne ero ben certo! Chi aveva mancato di rispetto a lei e a me? Perché quel bel sogno stava per finire? Tanto valeva chiudere tutta la questione lì, e tornare a buttarsi a capofitto nel lavoro, lontano da ogni sogno di vera felicità.
Come sembra dolce, quando i problemi sono tanti, concentrarsi sul mondo come se fosse tutto… Quanto mi vergogno, ora, del mio proposito di cacciarla dalla mia casa!<br />Ma quando mi è apparso quel Messaggero, tutto mi è stato chiaro.
Il mio cuore ha compreso quello che la mia mente di falegname non voleva capire: se hai la fortuna di conoscere l’Amore, non puoi tenerlo per te.
L’Amore non è un soldo che si sotterra, o un bel tavolo di ebano che i ricchi ti vogliono comprare.
Amore è gratitudine per quanto ricevi, e capacità di saper donare a tua volta.
Ora ho deciso: proteggerò lei e il bambino, e farò di tutto per non far loro mancare niente. Insegnerò al cucciolo d’uomo quelle poche cose che so, e cercherò di apprendere quel che posso dal Figlio di Dio.
E ringrazierò ogni giorno il Signore di avermi scelto per il suo progetto di Salvezza.

Pastorello Quando stai per settimane con le tue pecore ti dimentichi di come sono fatti gli uomini. E a volte è anche meglio!
Gli uomini ti bastonano, se non fai quello che vogliono. Ti dicono di fare una cosa, perché è giusta, dicono loro. E poi li vedi al mercato fare tutt’altro… Meglio stare con le pecore che sono sempre uguali a come le conosci!
Non devi studiare, nei mesi che passi sui pascoli con loro, anche se il lavoro è duro.
Ci si diverte, a giocare con i capretti sull’erba morbida.
Puoi anche sentirti davvero onesto, quando non ci sono uomini nei dintorni.
Ma le notti sono lunghe, e l’ululato dei lupi fa più paura quando non c’è luce.
E tu ti stringi alle tue pecorelle, e preghi il Signore di tornare a casa prima o poi, a riabbracciare mamma e papà.
Ma stanotte il Signore deve avermi ascoltato.
Tante volte l’ho invocato, e troppe volte ho avuto l’impressione di non essere udito. Ma stanotte non è andata così.
E’ apparso un angelo, un suo messaggero …e parlava proprio con me!
Stava sospeso, con la sua veste bianca, sopra le nostre teste. Sembrava fatto di luce.
E’ apparso dal niente, ma non mi ha fatto paura.
Sorrideva e mi diceva che era successo qualcosa che avrebbe cambiato la vita a tutti gli uomini buoni …io non so se sono buono… I bambini sembrano sempre un po’ cattivelli. Ma quando sarò un uomo, voglio essere un uomo buono, di questo sono certo. Quindi ora non ho alcun dubbio: parlava anche di me!
Allora ho iniziato a correre, e a chiamare a gran voce gli altri pastori che pascolavano nelle colline attorno. Ho cercato di svegliare tutti, nel raggio di tante miglia.
Non so quanto ho corso. Voglio che mi sentano tutti. Voglio che tutti partecipino alla mia gioia. La gioia è fatta per essere condivisa.
Stasera è una sera di festa: corriamo a porgere il nostro saluto al Figlio di Dio, che ha scelto di nascere tra noi poveretti, che ci ha portato la Pace! Doniamogli cibo, perché possa nutrirsi. Doniamogli coperte, perché stia più caldo …ma, ops…, non gridiamo troppo forte …non vorrei svegliarlo!
Che bello che Dio abbia scelto proprio un bambino come me, per donare al mondo una speranza di Salvezza…

Melchiorre Come può la tua vita, vecchio sapiente, essere stravolta dal sorriso di un bambino?
Una vita passata a calcolare tutto, e a forzare la mia ragione per cercare di capire ogni cosa, dalla sabbia del deserto al moto delle stelle lontane.
Poi decidi di percorrere migliaia di chilometri, sotto il sole e in mezzo alla tempesta. Parti da città sfavillanti d’oro e d’argento, per finire in un maleodorante villaggio di pastori.
Trovi, nel tragitto, altri sapienti, che provengono da altre terre, con la pelle di colore diverso dalla tua, e scopri che anche loro stanno inseguendo quello che stai inseguendo tu. Forse lo chiamano solo in modo diverso. Chi viene da Saba, chi dalle terre da cui nasce il sole. Un’unica direzione sembra aver preso la sapienza del mondo.
E il cielo stesso sembra volerti dare un segnale: una stella che resta brillante sopra la tua testa, e ti aspetta quando le tue forze non ti sorreggono più, quasi a dirti. “Tieni duro, ancora uno sforzo, sei sulla strada giusta!”. Una stella più precisa di una guida, più chiara di qualunque mappa.
Tante energie, tanta strada, tante sofferenze, unendo le forze e gli intelletti …per scoprire, alla fine del viaggio, che la tua vita verrà cambiata da un bambino. Che la vita di tutta l’umanità verrà cambiata da un bambino.
Nessun re terreno mi dirà più cosa fare. La malvagia brama di potere di chi vive in palazzi dorati non mi riguarda più
A tutti è nato un fratellino, e questo ci rende tutti fratelli di tutti.
E’ nato uomo, e questo rende benedetta la stirpe degli uomini.
Le nostre divinità cedono di colpo il passo al Figlio dell’unico Dio. Il colore della pelle e i vari suoni articolati dalle nostre lingue non contano più nulla davanti alla Legge dell’Amore. La sapienza umana altro non è che lo strumento donatoci da Dio per stringere quella mano che amorevolmente ci viene tesa dal cielo.
E’ nata una speranza, e la speranza, in effetti, non può che provenire da un bambino.
Un uomo adulto non sarebbe capace di non fare gli stessi errori che fanno gli uomini adulti, e solo un bambino può davvero costituire un nuovo inizio.
Due mani tese dalla mangiatoia verso la mia lunga barba bianca. Un luminoso sorriso che ridà luce ai miei occhi stanchi.
Come può essere dolce l’abbandono a questo progetto di Salvezza!