Una cosa apparentemente divertente che probabilmente rifaremo.
(l’articolo nasce per il numero di febbraio 2013 de Il Resto di Sasso)

Sempre più intrigante questo viaggio tra le produzioni culturali sassesi! Le proposte di ascolto e di lettura sono davvero tante, quasi tutte molto interessanti, e fortunatamente tutte molto diverse tra loro. Confermando sempre più l’impressione che la nostra produzione culturale sia molto più ricca e meno seriale di quello che saremmo portati a pensare.

Sono musicalmente onnivoro, da Bach agli ZZ Top, e il mio viaggio, dopo il rap e dopo il rockabilly degli scorsi numeri , mi ha portato questa volta a scovare un piccolo gioiello di Indie Rock made in Sasso Marconi

Parlo di A Supposedly Fun Thing We’ll Probably Do Again, dei nostri Absolut Red, presentato sul prestigioso palco del Covo Club di Bologna il 5 gennaio scorso e disponibile al Disco d’Oro e in altri negozi della città. Ironico e molto anglosassone già nell’articolato titolo (preso parzialmente in prestito da David Foster Wallace), l’ascolto dell’album tende a confermare la prima impressione che ricevi tenendo in mano il CD, caratterizzato da un morbido involucro saturo di colore ed accattivante.

Totalmente autoprodotto, registrato e mixato in tavernetta (di Loui, cantante e chitarrista), come la migliore tradizione Indie impone. Ma con una grande attenzione ai suoni, per la cui produzione pare abbia dato una mano Jo Poli dei FuoriOnda. Colpisce subito l’orecchio un grandissimo gusto negli arrangiamenti, marcatamente britpop e forse premonitore di una nuova british invasion della nostra stanca Italia. Che potrebbe proprio partire dalla nostra città!

Il loro rapporto con Sasso è ricco di contraddizioni, come è normale che sia per un gruppo di adolescenti in cammino verso l’adultità (a patto che questa stagione della vita esista davvero) che hanno conquistato la macchina da neanche un paio d’anni. Parlando dell’ambiente in cui è nato e cresciuto gruppo, sulla scheda scritta da Sem Rossi, batterista di precisione del gruppo, possiamo leggere: “trascorrevamo il confino nella noiosa Sasso Marconi: cupa, vecchia, triste e all’apparenza insignificante, ma in fin dei conti teatro di tutta la nostra storia.” Difficile non tornare con la mente a quando, più o meno di recente, ci siamo sentiti così in tanti. Profondamente legati alle radici e nel contempo desiderosi di volare via.

Personalmente non vivo di Indie Rock, anche se lo bazzico piacevolmente di tanto in tanto da prima che si chiamasse così, ma già il primo ascolto mi colpisce favorevolmente.

Chiedo a Simon, chitarrista del gruppo e buon amico ormai da un po’ di anni, di darmi una mano a capire meglio l’operazione. Simon è l’unico chitarrista che mi sia mai capitato di vedere capace di mettere tanto cuore nella plettrata da finire il concerto con il palmo della mano grattugiato sulle corde! Questa la sua risposta, intrisa della distratta umiltà di una star consumata: “Forse non siamo abbastanza maturi, abbastanza pronti o convinti di diffondere qualcosa. Noi suoniamo.” Tutto molto enigmatico. Non resta che iniziare l’ascolto del CD, allora.

Sento cosa sono diventate Occasion e African Savannah, che ho praticamente visto nascere live dopo live. E mi piace un sacco. Vengo ipnotizzato dallo spensierato fischiettare (e dalla melodia solo apparentemente svagata) di Bathroom Whistling. Mi colpisce tantissimo il primo ascolto di 90s’ call, di cui colgo qualche frase, qualche citazione di un mondo che io ho vissuto già adulto, loro bambini, ma che ci accomuna profondamente. L’impossibilità di memorizzare i nomi dei protagonisti di Doestoevskij e la più grande lezione che un uomo possa imparare: “The most important thing, that you’ll ever, ever learn is how to love and how to be loved.”, che da Nat King Cole arrivò a noi attraverso il meraviglioso Moulin Rouge, quando gli Anni ’90 erano appena finiti.

Nei testi delle altre tracce si alternano note di profondo, dolcissimo pessimismo, ad agrodolce sentimentalismo nei confronti delle piccole cose e degli episodi apparentemente poco importanti. E non viene mai meno uno slancio intellettuale, che passa dal richiamo al titolo di una raccolta poetica di Montale (il gioco tra Occasioni ed Occasion è tutt’altro che superficiale, tra analogie poetiche e donne angelicate) ad un riferimento filosofico a Bergson su spazio, tempo e percezione.

E proprio qui cominciano i miei primi problemi. Il mio inglese fa schifo. Non posso nascondermi dietro ad un dito! Negli ultimi anni mi sono sempre occupato di cantautori italiani, che comprendo senza difficoltà e che riesco ad approfondire con soddisfazione. Ma questa non è un’attenuante: il mio inglese continua a fare schifo! Per fortuna i ragazzi hanno forse inconsapevolmente fornito un aiuto agli ascoltatori attenti ma con carenze lessicali. E sul sito http://absolutred.bandcamp.com (da cui è possibile anche scaricare i brani in free download, oltre a leggere i testi) trovo quello che mi serve: avendoli sotto gli occhi, tutto mi risulta decisamente più comprensibile rispetto al mio goffo tentativo di capirli al semplice ascolto. E, con l’aiuto del traduttore di Google (rabbrividisco…) e di qualche amica più ferrata di me, i messaggi iniziano a diventare più chiari. Ma non cristallini. E questa volta non è un problema linguistico. Tutto è magnificamente psichedelico, e le storie della quotidianità si trasfigurano in immagini sfocate, in accostamenti spesso azzardati.

Come nel passaggio tra il profilo sognante e sfuocato di ragazza che colpisce in copertina, mentre all’interno un pesce gatto di Kuala Lumpur si fissa enigmaticamente allo specchio quando il CD viene aperto. E, come in un gioco, arriverete al doppio pesce solo dopo aver rimosso il CD, su cui campeggia l’immagine di Giovigo, simpatica mascotte di origine gastronomica capace di far sorridere anche gli anelli di cipolla.

Queste frasi sembreranno forse sconnesse, come potrebbero apparire forse troppo audaci alcuni passaggi dei testi delle canzoni. Ma se fate lo sforzo di prendere in mano l’oggetto CD, aprirlo, metterlo all’interno del vostro lettore, e avviare l’ascolto, tutto vi sarà decisamente più chiaro. E difficilmente non ne sarete conquistati.

Oltre al sito già indicato, potete contattare la band anche all’indirizzo mail absolutred.bo@gmail.com o attraverso FaceBook. Dall’altra parte del PC troverete un gruppo di ragazzi di Sasso in gamba, che rispondono al nome di Luca Lovisetto (cantante e chitarra), Simone D’Avenia (chitarra), Daniele Raffaelli (basso) e Samuele Rossi (batterista). Con in testa un sacco di pensieri più o meno sconnessi, e con l’idea fissa che la musica possa ancora cambiare il mondo.

“Are you sure to love me enough? Like the queen loves her tarts:
she bakes many many cakes, but she’s always very very doubtful about her final result.”

Absolut Red – Occasion