(l’articolo nasce per il numero de Il Resto di Sasso di marzo 2013)

“Perché ogni tuo secondo viva
E non ti sembri poco
Tu brucia”
(Il Club dei Vedovi Neri – Brucia)

Anche questa volta si cambia genere, ma, dopo le divertite ed incuriosite divagazioni degli scorsi numeri, per rientrare in un terreno a me più congeniale, una curiosa e virtuosa intersezione tra due generi che amo molto: la produzione cantautorale folk di lingua italiana, e la letteratura giallo/noir delle nostre terre.

L’occasione per parlare de Il Club dei Vedovi Neri è la recente uscita del loro nuovo E.P. (Extended Play), intitolato Numana, in omaggio al luogo in cui buona parte delle canzoni sono nate, in attesa del loro secondo album, che attualmente è in fase di lavorazione.

E sono felice di poter prendere spunto dalle suggestioni che mi offre la loro musica per ricordare anche il folto bosco (sottobosco sarebbe riduttivo!) del giallo e del noir letterario nostrano: i sassesi Roberto Carboni e Gianfranco Nerozzi, i nostri vicini di casa del dinamico duo Macchiavelli/Guccini, il bolognese d.o.c. Matteo Bortolotti, tanto per citarne alcuni …chissà che prima o poi non li si possa vedere tutti insieme sul palco del Teatro di Sasso Marconi, proprio sulle note de Il Club dei Vedovi Neri, a presentare una retrospettiva sui film “neri” dei fratelli Avati (e non solo), magari in compagnia di Carlo Lucarelli, che ormai pare essere stato “adottato” dal Comune di Casalecchio. E’ evidente che il noir trova terreno fertile dalle nostre parti …perché non valorizzare questa cosa?!?

Per tornare ai nostri eroi, all’anagrafe Claudio Brizi (chitarra) e Francesco Casarini (voce), questo giornale si è già occupato di loro nel maggio 2011, presentandoli come gli artisti che costituiscono dalle origini la “colonna sonora” ufficiale del Premio dedicato a Nik Novecento, attraverso l’intervista preparata dal giovane Lorenzo Atti.

Personalmente, ho apprezzato tantissimo il loro primo album del 2010. Dodici Storie Nere, di nome e di fatto. Dodici brani che raccontano altrettanto storie noir, narrativamente articolate e concluse spesso in modo al contempo poetico ed arguto. Il primo album ci aiutava a capire molto riguardo al loro nome: il Club dei Vedovi Neri era, infatti, protagonista di alcune storie che avevano segnato lo sconfinamento di Asimov, mostro sacro della fantascienza, nella letteratura del mistero e nel racconto giallo.

L’ispirazione musicale dichiarata era quella delle murder ballads di lingua inglese, che rinvia direttamente a Johnny Cash, a Nik Cave, a Neil Young, strizzando forse un po’ l’occhio anche al cinismo del francese Brassens, ma personalmente non sono mai riuscito ad ascoltare i bellissimi testi di questo album senza pensare alla Ballata dell’Amore Cieco, alla Canzone di Marinella e alle canzoni di Non al Denaro non all’Amore né al Cielo del grande Fabrizio de Andrè.

l nero è ovunque: in Letizia, protagonista della prima traccia dell’album e di un video che ha ormai più di 10.000 visualizzazioni sul canale You Tube della band, “Lui in piedi sulla riva con le mani lungo il corpo / Lei stesa tra le acque senza il fiato che le ha tolto”, così come, nella bellissima Il violinista, nelle corde del violino “dalle chiavi allontanate / stringono le gole delle donne da lui amate”, per non parlare degli ubriachi di Dicembre o della canzone L’ultimo …”È l’ultimo stanotte, vedremo domattina”

La formazione attuale, con cui è stato registrato Numana, fatta salva la presenza di Claudio e Francesco, è cambiata rispetto alla situazione del primo album, e si è arricchita del basso rock del sassese Pietro Zanini e della batteria dell’attivissimo Renato Raineri, che insieme hanno già condiviso l’esperienza delle apprezzate Officine Musicali. E, pur avendo forse un po’ perso il progetto di fondo legato alla raccolta di situazioni noir, forse difficile da replicare senza cadere nella monotonia, quello che ci lascia immaginare il nuovo EP è una maggiore attenzione ai suoni e al missaggio, e una più matura poetica dei testi, con una costruzione forse meno lineare e narrativa, ma certo maggiormente onirica. Senza dubbio, si esce dall’ascolto delle nuove tre tracce con una grande curiosità e con grandi aspettative nei confronti dell’uscita del nuovo album.

Tre tracce, dicevo: Brucia (da cui è stato tratto il nuovo video), L’attesa e Luce senza ombre, disponibili sia su CD che in free download. La prima, dolcemente malinconica, contiene un insistente invito a vivere pienamente la vita prima che fugga via, mentre le altre due si avvicinano forse un po’ di più, sia dal punto di vista musicale che nel contenuto del testo, al gusto del primo album

Attendiamo quindi l’attesa del nuovo lavoro, per vedere quanto “neri” siano diventati i nostri “vedovi”, certi del fatto che la nostra attesa verrà ricompensata con generosità.