Le Radici e le Ali …parlandone con mamma e papà!
Solo una suggestione, tanto per rompere il ghiaccio.
Un testo di Finardi, bellissimo, con un padre che parla ad un figlio.
“…e c’è una sola cosa che io posso fare / è di nutrire i tuoi sogni e poi lasciarteli realizzare (…) / E se ci riuscirò / un giorno sarai pronto a volare / aprirai le ali al vento / e salirai nel sole / e quando verrà il momento / spero solo di ricordare / ch’è ora di farmi da parte / e di lasciarti andare”
Un proverbio indiano:
“I genitori danno due cose ai figli: le radici e le ali”
Di suggestioni ne avevamo preparate tante altre, da Gibran, dal Vangelo, dall’esperienza quotidiana di ciascuno di noi… Ma non c’è stato bisogno di nient’altro per innescare il confronto, la discussione.
E così io e Done, figli di ormai vecchia data, ma ancora non padri, ci siamo trovati a fare da moderatori in una gran bella chiacchierata, che a noi ha lasciato tanto, e che speriamo sia stata utile anche a quelli che hanno partecipato, anche solo da uditori…
Non c’è stata pedagogia teorica. E non c’era l’intento di insegnare a nessuno come si educa o non si educa un figlio.
Si è trattato di un’occasione utile per parlare un po’, come in effetti forse non siamo più abituati a fare…
Una carrellata di considerazioni assolutamente pratiche su rispetto e responsabilità, su diritti e doveri. Sull’importanza di saper rispondere delle ragioni delle proprie scelte. Sul delirio di onnipotenza proprio dell’adolescenza e sull’esperienza che rischia di assolutizzarsi anche troppo dei genitori. Sulla libertà e sulle regole (un argomento di cui abbiamo già parlato più di una volta!!!).
Abbiamo attraversato tanti campi. Dal “viaggio” verso la scuola superiore, al confronto con le nuove compagnie, alla partecipazione a scioperi e manifestazioni. Abbiamo cercato di focalizzare il momento in cui le idee del figlio non sono più le stesse della famiglia (grazie a Moreno per la riflessione!). E questa volta stiamo parlando di “Idee” con la “I” maiuscola: la politica, la morale …la separazione su questi temi rischia di essere fisiologicamente un po’ più conflittuale che in altri campi…
E i genitori si sono trovati a riflettere anche sulle loro paure. La paura del confronto. La paura di non essere modello adeguato. La paura di vedere il carattere del figlio o della figlia dissolversi nel branco, in fuga da ogni “individuazione”. E temi come le droghe, il sesso, l’alcool sono stati solo accennati (e meriteranno sicuramente almeno un altro incontro), ma erano un po’ sullo sfondo di tante cose che ci siamo detti.
I figli, un po’ più intimiditi dalla presenza dei genitori di quello che avremmo pensato, ci avevano comunque affidato importanti “messaggi nella bottiglia”, importanti domande (oltre a quelle, ovviamente, che sono state poste in modo diretto durante l’incontro) …voglia di più fiducia, di più disponibilità a confrontarsi su di un terreno neutro non troppo arroccato sui ruoli, voglia di sapere come si riconoscono le persone che meritano fiducia, come si trova l’anima gemella, come ci si trova a decidere di mettere al mondo un nuovo individuo. Voglia di confrontarsi sui criteri con cui quotidianamente scegliamo come agire. Voglia di piacere senza dover “recitare per piacere”. Richiesta di radici più profonde e ali più robuste…
Tutte cose che speriamo continueranno ad appassionare il confronto sia in separata sede (ciascuno attorno al tavolo di casa), che in nuove occasioni di confronto in gruppo.
Ed è stato bellissimo vedere i gruppetti mescolati di genitori e di figli continuare ad approfondire alcune cose anche durante il tè di saluto finale, mentre le fette di ciambella girava tra i presenti.
Forse parlare è ancora di qualche utilità …e forse si può parlare ancora in modo diverso da come ci mostra la televisione!
Non dimentichiamoci della nostra bella serata.
Grazie a tutti.
andrea.prof
Qui il testo che abbiamo utilizzato:
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