Io e Tu:

appunti sparsi per una breve discussione

 

INTRO:

Lanciando uno sguardo all'orizzonte…

 

Griffy il bottaio

Il bottaio dovrebbe conoscere tutto delle botti.

Ma io conoscevo allo stesso modo la vita,

e tu che indugi tra queste tombe

pensi di conoscere la vita.

Credi che il tuo sguardo

comprenda un ampio orizzonte, forse,

in verità stai solo girando intorno

all'interno della tua botte.

Non puoi tirarti su fino al bordo

e vedere all'esterno il mondo delle cose,

e nello stesso momento vedere te stesso.

Sei sommerso nella botte di te stesso

- tabù e regole e apparenze,

sono queste le doghe della tua botte.

Spezzale e dissolvi la magia

di credere che la tua botte sia la vita!

E di conoscere la vita!

Edgar Lee Masters (1869-1950) Antologia di Spoon River (1915)

 

Prima Giornata: "IO" (Quando la diversità è interna a noi stessi)

"Essere… o non essere, questo è il problema" (Amleto III, I)

(1) Aspetto diacronico: quando ci si sente diversi giorno dopo giorno.

" - Sono scappato di casa il giorno in cui nacqui- buttò là. (…) E scappai perché udii mio padre e mia madre parlare di quello che avrei fatto quando fossi diventato uomo. Ora Peter era in preda a una grande agitazione ed esclamò in tono appassionato: - Io non voglio diventare uomo! Voglio restare sempre un bambino per poter continuare a giocare! Per questo scappai via e volai ai giardini di Kensington, dove vissi molto tempo con le fate."

James M. Barrie (1860-1937) - Peter Pan (1906)

nota:

la "Solidarietà generazionale": Il desiderio di una determinata generazione di etichettare come imbelle quella successiva, allo scopo di esaltare il proprio orgoglio collettivo: "I giovani d'oggi non fanno mai niente. Sono talmente apatici. Una volta noi riuscivamo a protestare. Loro invece non fanno altro che spendere e lamentarsi"

Douglas Coupland (1962) - Generazione X (1991)

(2) Aspetto sincronico: "che no e sì nel capo mi tenciona" (Dante)

"Può darsi che mi prenderanno in giro per via di tutte quelle mie sparate contro il matrimonio; ma non cambia forse l'appetito? Tante volte da giovani si ama la carne, per esempio, e poi da vecchi non la si tollera più. Qualche frizzo, qualche battuta di spirito, questi proiettili di carta del cervello dovranno forse distogliere l'uomo dalle sue inclinazioni? No. E il mondo va popolato. Quando dicevo di voler morire scapolo, non pensavo di campare fino al giorno del mio matrimonio."

William Shakespeare (1564-1616) - Molto rumore per nulla (monologo di Benedick II,III , 1598-99)

"Ogni giorno, mediante le due parti della mia intelligenza, l'intellettuale e la morale, mi avvicinai assiduamente a questa verità, la cui scoperta parziale mi ha condannato ad un naufragio tento spaventoso: che l'uomo veramente non è un ente semplice ed unico, ma sibbene duplice. Dico duplice, perché il grado delle mie cognizioni non mi permette di oltrepassare questo punto. Altri mi seguiranno sul mio stesso sentiero, e mi sorpasseranno; ed io ardisco prevedere che alla fine si riconoscerà che l'uomo è una mera comunione di svariate, incongrue ed indipendenti entità."

Robert L. Stevenson (1850-1894) - Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde (1886)

 

Seconda giornata: "IO & TU" (Differenze contenute o sopportate)

(1) L'amicizia

"Qualunque cosa riuscirai a fare, nell'anima del tuo paziente ci sarà sempre un po' di benevolenza, insieme a un po' di malizia. L'importante e di dirigere la malevolenza verso i suoi vicini immediati, verso coloro che incontra ogni giorno, e di cacciare la benevolenza lontano, nella circonferenza remota, verso gente che egli non conosce. La malevolenza diventerà cosi perfettamente reale, e la benevolenza in gran parte immaginaria. E' completamente inutile eccitare il suo odio per i tedeschi se, nello stesso tempo, fra lui e sua madre, fra lui e il suo principale, e il signore che incontra in treno si sviluppa una perniciosa pratica abituale di carità."

Clive S. Lewis (1898-1963) - Le lettere di Berlicche (1942)

"279. Amicizia stellare. Eravamo amici e ci siamo diventati estranei. Ma e giusto cosi e non vogliamo dissimularci e mettere in ombra questo come se dovessimo vergognarcene. Noi siamo due navi, ognuna delle quali ha la sua meta e la sua strada; possiamo benissimo incrociarci e celebrare una festa tra di noi, come abbiamo fatto: allora i due bravi vascelli se ne stavano cosi placidamente all'ancora in uno stesso porto e sotto uno stesso sole, che avevano tutta 1'aria di essere già alla meta, una meta che era stata la stessa per tutti e due. Ma proprio allora 1'onnipossente violenza del nostro compito ci spinse di nuovo l'uno lontano dall'altro, in diversi mari e zone di sole e forse non ci rivedremo mai - forse potrà anche darsi che ci si veda, ma senza riconoscerci: i diversi mari e soli ci hanno mutati! Che ci dovessimo divenire estranei è la legge incombente su noi: ma appunto per questo dobbiamo diventare più degni di noi! Appunto per questo il pensiero della nostra trascorsa amicizia deve diventare più sacro! Esiste verosimilmente un'immensa invisibile curva e orbita siderale, in cui potrebbero essere ricomprese, quasi esigui tratti di strada, le nostre diverse vie e mete, - innalziamoci a questo pensiero! Ma la nostra vita e troppo breve, troppo scarsa la nostra facoltà visiva per poter esser più che degli amici ne1 senso di quella. nobile possibilità. E così vogliamo cre-dere alla nostra amicizia stellare, anche se dovessimo essere terrestri nemici 1'un 1'altro."

Fredrich W. Nietzsche (1844-1900) - La gaia scienza (1891)

(2) L'altro sesso

"Il sesso e le feste sono le due sole cose in cui devi essere ancora effettivamente presente"

Andy Warhol (1928-1987)

"Fino all'età di quattro anni ho ignorato la differenza fra i sessi. Stavo per dire fra "i due sessi", ma oggi esistono tante varianti che se dite "i due sessi" è facile che i vostri amici vi guardino con un muffo anacronismo e si chiedano in che caverna avete vissuto negli ultimi tre decenni."

Groucho Marx (1895-1977) - Memorie di un irresistibile libertino (1963)

I gradi dell'"amore platonico" - cominciare da giovane, puntando al bello fisico - la bellezza diffusa in un corpo qualunque è sorella d'altra bellezza in ogni altro corpo - convincersi che vale di più la bellezza nello spirito, di quella fisica - la bellezza delle scienze deve ora essere la visione - il bello che eterno esiste, che non nasce e non si sperde, non cresce e non si logora, e poi che non è da un lato bello, dell'altro brutto … Il "Bello in sé". E il mito dell'ermafrodito.

Platone (V secolo a.C.) - Simposio

 

Terza giornata:

"IO VS TU"

"Siamo dello stesso sangue, voi ed io"

(R.Kipling - Il libro della jungla)

Ci sono stati tempi (remoti?) in cui la diversità è stata condannata. Negli ultimi anni, improvvisamente, la diversità è stata esaltata come il più alto dei valori. Confrontiamoci con questo problema e verifichiamo come la diversità non sia un valore, ma un criterio descrittivo. Solo a questo punto ci possiamo rendere conto che non è vero che tolleranza e relativismo si presuppongono l'un l'altro.

Confrontare (per opposizione = Vs) è un modo fondamentale per definire.

"Questo cieco, un vecchio amico di mia moglie, stava arrivando da noi per trascorrervi la notte. Sua moglie era morta e lui era in visita dai parenti della defunta nel Connetticut. Aveva telefonato a mia moglie dalla casa dei suoceri. Avevano preso accordi. Sarebbe arrivato in treno, un viaggio di cinque ore, e mia moglie sarebbe arrivata a prenderlo alla stazione. Non lo vedeva da quando aveva lavorato per lui un estate a Seattle, dieci anni prima. Lei e il cieco si erano tenuti in contatto. Avevano inciso nastri scambiandoseli per posta. Io non ero entusiasta di quella visita. Quella persona non la conoscevo. Il fatto che fosse cieco mi infastidiva. L'idea che avevo della cecità proveniva dal cinema. Nei film i ciechi si muovevano lentamente senza mai ridere, a volte erano guidati dai cani. Un cieco in casa mia non era il mio ideale."

"(…) Non avevo mai incontrato, e conosciuto personalmente, qualcuno che fosse cieco. questo qui era vicino ai cinquanta, di corporatura pesante, avviato verso la calvizie. Aveva le spalle curve, come se ci portasse su un gran peso. Indossava calzoni marrone, scarpe marrone, una camicia marrone chiaro, la cravatta e una giacca sportiva. Chic. E aveva anche il suo barbone. Ma non usava il bastone e non aveva occhiali scuri. Avevo sempre pensato che gli occhiali scuri fossero di prammatica per i ciechi. Anzi avevo desiderato averli anch'io. A prima vista i suoi occhi mi erano sembrati come quelli di chiunque altro. Ma a ben guardare c'era qualcosa di diverso. Troppo bianco nell'iride, tanto per cominciare, e le pupille sembravano muoversi nelle occhiaie senza che lui riuscisse a fermarle. Roba da brividi. Mentre fissavo la sua faccia vidi la pupilla sinistra voltarsi verso il naso, mentre l'altra si sforzava di tenersi ferma. Ma era solo uno sforzo, giacché quell'occhio stava andandosene a spasso senza che lo sapesse o lo volesse."

Raymond Carver (1938-1988)- Cattedrale (1983)

Si possono anche fare considerazioni sparse sulla mostruosità: il mostro Frankenstein, Quasimodo & Co. La mostruosità palese spesso non è affatto quella di cui si deve avere più paura.

 

Quarta giornata:

io & Tu (ovvero: perché possiamo dare del Tu a Dio senza sentirci sacrileghi)

"125. L'uomo folle. Avete sentito quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: "Cerco Dio! Cerco Dio!". E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in dio, suscitò grandi risa. "E' forse perduto?" disse uno. "Si è perduto come un bambino?" fece un altro. "Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? si è imbarcato? E' emigrato?" - gridavano e ridevano in una gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: "Dove se ne è andato Dio? - gridò- ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi ed io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? Come potremo vuotare il mare bevendolo fino all'ultima goccia? Chi ci dette la spugna per strusciare via l'intero orizzonte? Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov'è che si muove ore? Dov'è che ci muoviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all'indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte, sempre più notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? anche gli dei si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? (…)"

Friedrich W. Nietzsche (1844-1900) - La gaia scienza (1891)