"Il
fatto è che The Blair Witch Project non è soltanto un film. E' la storia di
un'idea - che, per la sua natura, non può non interessare gli studiosi di movimenti
magici e di stregoneria - e della sua vendita al pubblico attraverso l'uso,
simultaneo o successivo, di mezzi diversi. Un anno prima dello sbarco nelle
sale cinematografiche, nel giugno 1998, è stato lanciato un sito Web www.blairwitch.com
diventato in breve popolarissimo. Da allora nelle università americane sono
cominciati ad apparire manifesti con una grande scritta MISSING e le fotografie
di tre giovani studenti - Heather Donahue, Joshua Leonard e Michael Williams
(gli attori, che nel film usano i loro veri nomi) - asseritamente scomparsi
nell'ottobre 1994 nei boschi intorno a Burkittsville (un tempo chiamata Blair),
nel Maryland, mentre giravano un documentario per un esame universitario. Con
anticipo sul film è uscito un fumetto, asseritamente ricavato dagli appunti
di un altro studente, Cece Malvey, che avrebbe indagato nel 1983 sullo stesso
argomento - la leggenda di una strega presente nel bosco di Blair - poco prima
di morire suicida. Il fumetto non si riferisce alle vicende del film, ma ne
costituisce una prequel (leggerlo prima certamente aiuta a capire il film),
così come il libro omonimo uscito insieme al film è invece una sequel, una collezione
di "documenti" sulle indagini della polizia e di investigatori privati sulla
sorte dei tre studenti scomparsi, prima e dopo il "ritrovamento" nel bosco (che
sarebbe avvenuto nel 1995) delle pellicole che avrebbero girato prima di sparire.
Certo, il sito Internet, il fumetto e il libro riportano (ma in caratteri microscopici)
l'avviso che si tratta di fiction, e anche il manifesto MISSING rimanda al sito
Internet dove, con un po' di buona volontà, si può scoprire abbastanza rapidamente
che la storia è inventata. Ma milioni di americani (soprattutto studenti) hanno
preso l'annuncio della sparizione sul serio, e alcuni si rifiutano ancora oggi
di credere che il film sia un'opera di pura fantasia."
M. Introvigne
"Non imitate la condotta delle genti e non abbiate paura dei segni del cielo, perché le genti hanno paura di essi.
Poiché ciò che è il terrore dei popoli è un nulla, non è che un legno tagliato nel bosco, opera delle mani di chi lavora con l'ascia.
È ornato di argento e di oro, è fissato con chiodi e con martelli, perché non si muova.
Gli idoli sono come uno spauracchio in un campo di cocòmeri, non sanno parlare, bisogna portarli, perché non camminano. Non temeteli, perché non fanno alcun male, come non è loro potere fare il bene".
Geremia 10
Il fabbro lavora il ferro di una scure, lo elabora sulle braci e gli da' forma con martelli, lo rifinisce con braccio vigoroso; soffre persino la fame, la forza gli viene meno; non beve acqua ed è spossato.
Il falegname stende il regolo, disegna l'immagine con il gesso; la lavora con scalpelli, misura con il compasso, riproducendo una forma umana, una bella figura d'uomo da mettere in un tempio.
Egli si taglia cedri, prende un cipresso o una quercia che lascia crescere robusta nella selva; pianta un frassino che la pioggia farà crescere.
Tutto ciò diventa per l'uomo legna da bruciare; ne prende una parte e si riscalda o anche accende il forno per cuocervi il pane o ne fa persino un idolo e lo adora, ne forma una statua e la venera.
Una metà la brucia al fuoco, sulla brace arrostisce la carne, poi mangia l'arrosto e si sazia. Ugualmente si scalda e dice: "Mi riscaldo; mi godo il fuoco".
Con il resto fa un dio, il suo idolo; lo venera, lo adora e lo prega: "Salvami, perché sei il mio dio!".
Non sanno né comprendono; una patina impedisce agli occhi loro di vedere e al loro cuore di capire.
Essi non riflettono, non hanno scienza e intelligenza per dire: "Ho bruciato nel fuoco una parte, sulle sue braci ho cotto perfino il pane e arrostito la carne che ho mangiato; col residuo farò un idolo abominevole? Mi prostrerò dinanzi ad un pezzo di legno?".
Si pasce di cenere, ha un cuore illuso che lo travia; egli non sa liberarsene e dire: "Ciò che tengo in mano non è forse falso?".
Isaia 44 (sui fabbricanti di idoli)
dal Catechismo della Chiesa Cattolica (p.III sez.2):
La superstizione
2111 La superstizione è la deviazione del sentimento religioso e delle pratiche che esso impone. Può anche presentarsi mascherata sotto il culto che rendiamo al vero Dio, per esempio, quando si attribuisce un'importanza in qualche misura magica a certe pratiche, peraltro legittime o necessarie. Attribuire alla sola materialità delle preghiere o dei segni sacramentali la loro efficacia, prescindendo dalle disposizioni interiori che richiedono, è cadere nella superstizione [Cf Mt 23,16-22 ].
L'idolatria
2112 Il primo comandamento condanna il politeismo. Esige dall'uomo di non credere in altri dèi che Dio, di non venerare altre divinità che l'Unico. La Scrittura costantemente richiama a questo rifiuto degli idoli che sono "argento e oro, opera delle mani dell'uomo", i quali "hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono...". Questi idoli vani rendono l'uomo vano: "Sia come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida" (…)
2114 La vita umana si unifica nell'adorazione dell'Unico. Il comandamento di adorare il solo Signore semplifica l'uomo e lo salva da una dispersione senza limiti. L'idolatria è una perversione del senso religioso innato nell'uomo. L'idolatra è colui che "riferisce la sua indistruttibile nozione di Dio a chicchessia anziché a Dio" [Origene, Contra Celsum, 2, 40].
Divinazione e magia
2115 Dio può rivelare l'avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell'abbandonarsi con fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L'imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità.
2116 Tutte le forme di divinazione sono da respingere…
2117 Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo - fosse anche per procurargli la salute - sono gravemente contrarie alla virtù della religione.
L'irreligione
2118 Il primo comandamento di Dio condanna i principali peccati di irreligione: l'azione di tentare Dio, con parole o atti, il sacrilegio e la simonia.
L'ateismo
2123 "Molti nostri contemporanei non percepiscono affatto o esplicitamente rigettano l'intimo e vitale legame con Dio, così che l'ateismo va annoverato fra le cose più gravi del nostro tempo" [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 19]. (…)
2126 Spesso l'ateismo si fonda su una falsa concezione dell'autonomia umana, spinta fino al rifiuto di ogni dipendenza nei confronti di Dio…
L'agnosticismo
2127 L'agnosticismo assume parecchie forme. In certi casi l'agnostico si rifiuta di negare Dio; ammette invece l'esistenza di un essere trascendente che non potrebbe rivelarsi e di cui nessuno sarebbe in grado di dire niente. In altri casi l'agnostico non si pronuncia sull'esistenza di Dio, dichiarando che è impossibile provarla, così come è impossibile ammetterla o negarla.
2128 L'agnosticismo può talvolta racchiudere una certa ricerca di Dio, ma può anche costituire un indifferentismo, una fuga davanti al problema ultimo dell'esistenza e un torpore della coscienza morale. Troppo spesso l'agnosticimo equivale a un ateismo pratico.